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Video “Bergomi mai visto”

Video “Bergomi mai visto”

La mostra “Bergomi mai visto 22 grafiche inedite sul mondo sudamericano” si è chiusa ufficialmente il 26 marzo 2020. Vogliamo restituirvi le emozioni provate di fronte alle opere avvalorate dal bellissimo allestimento di Enrico Moretti presso lo Spazio d’Arte della Trattoria La Fermata di Lograto. Di seguito la presentazione di Gianbattista Piscioli del Gruppo Giacomo Bergomi, per  l’inaugurazione avvenuta giovedì 7 novembre 2019.

 



Presentazione della mostra in occasione della vernice – Giovedì 7 novembre 2019

“La Fermata” è uno dei luoghi in cui si può vedere la pittura di Giacomo Bergomi e per noi del Gruppo si unisce anche il piacere di essere accolti da amici: la Famiglia Moretti e in particolar modo il figlio Enrico. A lui e ai suoi familiari il nostro riconoscimento. A loro anche il merito di aver dedicato la sala principale a Giacomo, come si evince dalla targa collocata all’entrata. In questa casa si esperisce qualcosa che non è comprensibile a chi riflette solo in termini di quantità e di profitto; qui c’è sogno, ricerca del bello nel senso più nobile, cultura, propensione a fare le cose bene, operosità, generosità, passione.

La mostra che stiamo inaugurando presenta 22 grafiche. Si tratta di disegni, dipinti con la tecnica a pastello e dedicati al mondo sudamericano…

Partiamo da alcune annotazioni sul disegno. Bergomi è stato un disegnatore straordinario; ma si rischierebbe di banalizzare il suo lavoro pensando che sia arrivato a certi livelli per una sorta di “alchimia genetica”. Il disegno di Bergomi è un disegno solido, che può essere considerato l’impalcatura della sua opera pittorica: in che senso? Bergomi disegna con segno deciso e rapido, circoscritto in pochi tratti, tracciati senza alcuna concessione alla retorica. La figura affiora improvvisamente, ma non c’è nulla di magico. Il nostro artista ha lavorato alacremente per anni per giungere ad una calligrafia personalissima con esiti eccellenti. Molti lo hanno visto disegnare in paese, in città, in campagna, in montagna, soprattutto negli anni giovanili dal ’60 fino alla fine degli anni ’80. Innumerevoli sono le opere a carboncino: una materia che non permette molte concessioni all’errore, che Bergomi ha prediletto e padroneggiato sin dai tempi dell’Accademia di Brera. Del periodo iniziale della sua affermazione frequenti sono le opere a china o ad acquarello, tecniche ancor meno indulgenti. Con il carboncino spesso preparava lo studio di opere che potevano offrirsi alla realizzazione di quadri ad olio. Tantissimi sono i disegni nei quali riporta accanto alla firma la scritta “studio” o brevi annotazioni; a conferma di una continua ricerca nella rappresentazione della realtà colta nella sua essenzialità.

Solidità figurativa ed essenzialità del tratto connotano l’impalcatura grafica di Bergomi. E mentre negli anni ’60 e ’70 non sono numerose le opere a pastello, negli anni ’80 la produzione ha un incremento straordinario in particolare nella raffigurazione del mondo andino e sudamericano. Sicuramente lo spartiacque è il viaggio nel 1980 in Ecuador dal quale riporta rinnovate visioni, colori carichi di luce, evidenti nei mantelli sgargianti degli andini. Questo nuovo senso cromatico si allargherà anche alla rappresentazione del mondo contadino, di piante, di fiori, di paesaggi. E, in quest’esplosione di colore Bergomi non si concede all’eccentricità. Si sente in questi quadri una forte energia vitale, nonostante l’umiltà o la rozzezza di alcuni profili o delle figure: pensiamo alla rappresentazione di mani e piedi volutamente sproporzionati, o alla ruvidità dei lineamenti degli abitanti delle Ande. Bergomi celebra la vita e la tecnica del pastello ne dà testimonianza… il suo sguardo incantato sulla bellezza del mondo è lì, sulle cose più vere, autentiche, essenziali, come sono i suoi disegni.

Le opere esposte appartengono a questo tempo della maturità pittorica dell’artista e presentano diversi soggetti del mondo sudamericano che ha incontrato nei numerosi viaggi che si sono susseguiti dal 1980 al 2000.

Vi auguriamo di poter godere della bellezza che sapientemente Enrico Moretti ha saputo valorizzare in questa esposizione di cui gli siamo debitori. Un rinnovato grazie a lui e ai suoi familiari.

 

Gianbattista Piscioli del Gruppo Giacomo Bergomi